Ora viene il bello...

Bersani sarà il candidato premier per in centro-sinistra italiano alle prossime elezioni.

Con una schiacciante maggioranza (61.8 % contro 38.8%) ha battuto il "rottamatore" Matteo Renzi, già sindaco di Firenze.

La mia opinione sui candidati è perfettamente espressa da Vauro in questa vignetta, ma ci terrei a sottolineare un paio di aspetti della vittoria del vecchio dirigente.

Malgrado molti auspicassero un cambiamento nel PD, sono contento che questo non abbia portato l'elezione di Renzi come nuovo leader politico. Parliamoci chiaro: non ho niente contro il sindaco di quella che rimane e sempre rimarrà la Mia città e credo che malgrado tutto sia stato (per ora) anche un buon dirigente, ma non posso assolutamente condividere il suo modo la sua visione di politica e il suo modo di porsi nei confronti dei propri avversari e soprattutto alleati. 

Buona parte della generazione di politici cresciuti come Renzi in questo ventennio di non-politica, hanno conservato il suo lato peggiore: privi di qualunque ideale definito di fondo, portano avanti campagne e creano slogan fini a se stessi, non portando proposte complete ma accontentandosi di millantare possibili soluzioni rivoluzionarie ma che di fatto non porterebbero un vero benessere aggiunto. La loro è solo una politica di facciata priva di contenuti.

Se questa deve essere la 'nuova' via per la sinistra, preferisco rimanere sulla vecchia strada con tutti i suoi difetti e le sue vecchie pietre consumate e ancora attaccate al loro posto.

Bisogna però riconoscere a Renzi i suoi meriti: ha portato la sinistra di nuovo a confrontarsi e a mettersi in discussione. Pur uscendone sconfitto rimane lo stesso un punto di riferimento per tutto il partito, come anche tutti gli altri candidati.

Ora bisogna rimboccarsi le maniche (non solo sui cartelloni pubblicitari, caro PierLu) e andare avanti assieme. Bersaniani, renziani, vendoliani, marxisti per Tabacci e ambientalisti della Puppato devono adesso continuare a confrontarsi e proseguire il cammino l'uno accanto all'altro riscoprendo il modo giusto di fare politica.


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